Anastacia: «Lo sport, passione che unisce!»

Anastacia ha rilasciato un’intervista al giornalista del sito tedesco Abendzeitung Muenchen, in cui ha parlato soprattutto del suo rapporto con il calcio, di come ha vissuto i mondiali del 2014 e di come è cambiata la sua visione della vita negli ultimi anni. Qui la nostra traduzione:

Q: Ciao, Anastacia, gli indimenticabili discorsi del grandissimo Nelson Mandela includono due frasi celebri: "Lo sport ha il potere di cambiare il mondo" e “La musica è il modo più veloce per il cuore". Entrambe sono racchiuse un po’ in "Boom", la tua canzone ufficiale dei Mondiali di Calcio del 2002. 

A: Mandela aveva ragione, come spesso è accaduto nella sua vita. Non bisogna dimenticare che la Coppa del Mondo ha avuto due Paesi ospitanti, Giappone e Corea del Sud. Nazioni che non sono i migliori amici e che avrebbero preferito avere la Coppa del Mondo da soli.
Ma alla fine ha funzionato, ha funzionato molto bene. Lo sport li ha uniti insieme e questo è stato apprezzato in tutto il mondo. Non importava che colore, che genere, quale razza, che credo religioso avessero. Per me questa è l’essenza del nostro essere: il fatto che tutti noi possiamo andare d'accordo. Cosa c’è di meglio delle persone che si uniscono senza rendersi nemmeno conto che ci sono razze diverse e che hanno diversi colori della pelle? Un mondo daltonico?
Dovrebbe essere attuato in ogni cosa che facciamo, senza essere guidati dalla politica, ma dai valori di umanità. 

Q: Qualcosa che Mandela ha sempre spiegato. Tu lo hai incontrato vero? 

A: Sì, sono rimasta senza fiato. E’ stata un'esperienza incredibile incontrare un uomo che ha superato tante avversità per realizzare le cose che noi mortali non abbiamo nemmeno il coraggio di sognare. Era un uomo come pochi nel mondo, e non parlo solo del presente. 
Mi è sembrato surreale stare nella stessa stanza con un uomo così, l’ho vissuta come una benedizione inimmaginabile aver avuto modo di conoscere un'anima così tranquilla e dolce. Un uomo che ha dovuto provare tanta ingiustizia, tanto tormento nella sua vita, ma che irradiava tanto calore, gentilezza, generosità, umiltà e amore. 
Questo è esattamente quello che vorrei che fosse ogni persona nel mondo. Se ognuno di noi trovasse un po’ di Mandela in sé, il mondo sarebbe un posto molto migliore. Lo sport, quello di qualità, può contribuire a raggiungere questi valori.

Q: Come dovremmo immaginare l’Anastacia tifosa?

A: (Ride) Non starò mai calma in silenzio, non sarei io. Nel 2014 ero in Germania, quando i tedeschi sono diventati campioni del mondo. E’ stato incredibile vedere come la gente intorno saltava sulle vetture, era contagiosa. Eravamo in un bar con metà dei tifosi sui tavoli, mezzi nudi, con scritte sui corpi. E’ stato pazzesco! Quella gioia, Quella passione! Vedere gli uomini che si siedono per terra a piangere di gioia mi ha toccato profondamente. 
Gli avrei regalato veramente dei fiori perché ero così felice per loro che fossero in grado di provare queste sensazioni con questa intensità. 

Q: Molti atleti usano il “potere della visualizzazione” per raggiungere gli obiettivi, una cosa che hai fatto anche durante la tua battaglia contro il cancro. Tu hai provato come è tornare a scrivere canzoni e stare di nuovo sul palco. 

A: Esatto. Penso che sia estremamente importante guardare al futuro, per vedere la luce nel buio che ti circonda in quel momento. Ti dà speranza per quello che ti aspetta dopo tutti i tormenti e le paure. Ma se hai questo obiettivo in mente, pensi: “sopportando tutto questo poi lo lascerò alle spalle”.
Quindi è possibile cambiare i pensieri in modo che la speranza predomini. Chiunque crede in questo “potere di visualizzazione”, avrà fiducia in sé per determinare il proprio destino. Penso che ci si possa avvicinare a Dio e alle potenze del mondo. 

Q: Con la malattia hai cambiato la visione della vita?

A: Non so se si tratta di un po’ di saggezza che viene con l'età, o se è per l'esperienza dei miei problemi di salute, ma mi godo tantissimo ogni singolo momento. Ho molto rispetto verso le cose che ci sono state date. Sono una persona molto consapevole del fatto che potrebbe non esserci un domani. Quindi facciamo oggi le cose che vogliamo fare perché domani potrebbe essere troppo tardi. 
Spesso siamo troppo distratti dal lavoro o dal dramma delle cose importanti della vita quotidiana. Ma queste sono le cose che riceve l'anima. 

Q: Il titolo del tuo recente album di inediti è "Resurrection" - "Resurrezione" - è un motto per te?

A: Sì, questo disco è stato il punto di svolta per la mia resurrezione. Ho imparato molto su me stessa nel periodo della malattia. Tutto cambia, ma ogni fine di qualcosa è l'inizio di qualcosa di nuovo. E davvero ogni persona ha il potere dentro di sé per dare vita a un nuovo inizio. 
Arrivavo da una battaglia decennale con il cancro. Una convivenza con la malattia di Crohn e le malattie cardiache. Credo nella resurrezione, sento che la mia musica è piena di vita dopo che ho passato un momento difficile. Quindi, sì, Resurrezione è il mio motto di vita, che sono io.

Lorenzo