Anastacia: «Non cambierò il mio stile per trovare un posto nella direzione in cui la musica sta andando!»

Anastacia ha rilasciato un'intervista ad ABC ES in vista dei concerti estivi che si terranno a Marbella, Siviglia, Barcellona, Madrid e Minorca questo luglio. Durante la chiacchierata, Anastacia ha parlato del nuovo singolo “Best Days” e dei lavori del nuovo album “Our Songs”, in uscita il 22 settembre.

Pochi artisti hanno una voce riconoscibile sin da primi secondi che li senti. Non solo nelle loro canzoni, ma anche quando prendono in mano il telefono e, dopo un saluto anglosassone, hanno già generato in te l'immagine completa. Quello di Anastacia è uno di quei casi, ulteriormente rafforzato da un potente strumento vocale che integra le sfumature del soul, la forza del rock e la versatilità del pop. La sua voce e la sua presenza scenica continuano ad essere potenti e vitali più di due decenni dopo l'inizio della sua carriera e dopo noti problemi di salute, tra cui un doppio cancro al seno. Con nuova musica in arrivo e ad un paio di settimane dall'inizio di un tour europeo di grandi successi che la porterà a Plaza de España all'interno dell'Icónica Sevilla Fest, abbiamo parlato con la nordamericana della sua prossima uscita, della sua visione dell'industria musicale e di come affronta questo nuovo incontro sul palco con il suo pubblico.

D: Hai appena rilasciato “Best Days”, un nuovo singolo con una storia davvero interessante...
A: Qualche anno fa Christian Geller, il produttore del progetto, mi ha contattato dicendomi di voler realizzare un album di hit tedesche tradotte in inglese. Lui è sempre stato dell'idea che la voce adatta per interpretare queste canzoni sarebbe dovuta essere la mia. È stato qualcosa di difficile da elaborare, sia per me che per il mio team perché non sapevamo come il tutto avrebbe potuto funzionare, anche se poi alla fine abbiamo deciso di pensarci su.

Poi, all'improvviso, si è fermato tutto a causa della pandemia, con l'incertezza di non sapere che cosa sarebbe accaduto alla nostra vita. E gli anni sono così passati, fino a quando Christian ha contattato Campino - il frontman dei Die Toten Hosen, autori della canzone originale di cui lei ha fatto la cover “Best Days” - e mi ha proposto di reinterpretare la sua canzone “Tag wie diese”. Era così entusiasta che lui stesso ha tradotto il testo per farmi capire ed ha persino registrato il demo. Sapevo che era un affermato artista tedesco, ma quando mi ha mandato la versione inglese era così coinvolto che sembrava fosse di Liverpool.

D: È così che hai accettato di unirti?
A: Ero molto lusingata dal fatto che volesse guidarmi e che volesse allo stesso tempo assicurarsi che le parole e l'intento della canzone fossero pertinenti. Non ho ancora conosciuto Campino di persona, ma spero vivamente che potremo incontrarci e cantare la canzone in duetto. Sono davvero felice che la canzone faccia ora parte del mio repertorio, che sia un mio singolo, anche perché abbiamo raggiunto un sound che è molto affine al mio. Questo mi ha dato una bella spinta ed è così che ho accettato di imbarcarmi in questa idea abbastanza rischiosa, ma incredibile.

D: Siamo quindi di fronte ad un album che potremmo definire completamente nuovo. Come te la sei cavata con il tedesco?
A: Non lo definirei nemmeno come un album di cover, perché non avevo mai sentito queste canzoni prima e inoltre non parlo la lingua tedesca. Ho avuto bisogno di aiuto per la traduzione iniziale, ho collaborato infatti con un professore di letteratura tedesca. Non mi sarebbe mai venuto in mente di aprire Google Traduttore, sarebbe stato un incubo! Una volta compreso il messaggio originale, ho potuto catturare la mia storia nelle melodie, e mi sono sentita abbastanza connessa da poter trovare i versi giusti. Non penso che debba meritarmi un premio per questo, né che adesso io sia una traduttrice, ma sono davvero soddisfatta del risultato perché l'ho fatto per la pura soddisfazione che la musica mi dà, per l'amore che provo per la mia professione e per la sfida in sé.

D: Il risultato porterà certamente il "marchio" di Anastacia...Quando sarà in vendita?
A: Per molte persone, come te in Spagna, saranno davvero canzoni nuove, in ogni traccia c'è il mio tocco personale e probabilmente molti non hanno il riferimento delle tracce originali. Ecco anche perché abbiamo deciso di intitolare l'album “Our Songs” (“Le nostre canzoni”). Non ho ancora detto a nessuno quali canzoni abbiamo scelto, dovrete aspettare la fine di settembre per vedere la tracklist. In questo momento sono in studio di registrazione per delineare alcuni dettagli, piccole sfumature, strumenti dal vivo...sto approfittando del tempo che rimane prima del tour, perché una volta iniziato sarò completamente concentrata sui concerti.

D: Dieci paesi ti stanno aspettando, inclusa la Spagna. Il nostro paese occupa un gran posto nelle tappe del “I'm Outta Lockdown” tour, con ben 5 concerti.
A: Sono davvero emozionata perché la pandemia mi ha costretto a cambiare parecchie date nella mia agenda. Poter tornare e festeggiare con i miei fan, cantare loro il mio nuovo singolo...è qualcosa che rende molto felice un artista. Anche quando sei di cattivo umore, la risposta del pubblico è sempre così positiva e ciò ti fa sentire davvero bene.

D: È la prima volta che porterai i tuoi più grandi successi a Siviglia (14 luglio). Conosci la città?
A: Onestamente, non posso dire di sì. Quello che so è che ho molti fan, che sono super fedeli e da molti anni. Dopo averli visti in diversi concerti, ora sono davvero contenta di potermi esibire nella loro terra.

D: Ai diciassette nuovi concerti che terrai nel vecchio continente, dobbiamo anche aggiungere il fatto che il videoclip di “Best Days” è stato girato a Lisbona. L'Europa ti si addice?
A: L'Europa è l'amore della mia vita. Penso che formiamo “una coppia fantastica”, in ogni momento l'Europa è stata vicino alla mia musica e devo dire che ho sempre lavorato tanto in questo territorio. E non voglio lasciare fuori il Regno Unito, anche se non fa più parte dell'U.E. L'Europa è molto interessante per me, mi ha aperto gli occhi sulla vastità delle culture che ci sono nel mondo; la cultura, quella che nasce dalle radici. Ci sono luoghi in cui si pensa che la Spagna sia l'America Latina. Hai un dialetto diverso, è un altro modo di esprimersi. Ecco perché quando qualcuno dice che lo spagnolo è come il messicano, sobbalzo e dico: "Assolutamente no!".

D: Anche la tua attuale casa discografica è tedesca. Qual è il piano di promozione?
A: Per prima cosa ci concentreremo sulla Germania. Tuttavia stiamo già vedendo ottimi risultati, ad esempio in Portogallo, e i miei colleghi della casa discografica sono entusiasti perché non abbiamo ancora promosso con forza.

D: Cosa ne pensi dell'attuale industria musicale?
A: È molto diverso da quando ho iniziato. Il reggaeton prende il sopravvento su tutto, e poi ci sono innumerevoli DJ. Il che è buono, perché i più giovani adorano e ciò genera anche milioni di visualizzazioni e di ascoltatori. Ma ovviamente non cambierò il mio stile per trovare un posto nella direzione in cui la musica sta andando.

D: Sembra anche che il tempo delle grandi voci sia passato. Possibile che il gusto attuale sia vocalmente più "abbordabile"?
A: Tutto è molto più morbido, ma penso anche che le grandi voci stiano tornando poco a poco. Ed Sheeran, Anne Marie, Bebe Rexha...ci sono un sacco di artisti che hanno delle belle voci e forse le nascondono un po' per farle sembrare più ballabili. Ma hanno davvero talento. Penso che il problema sia la saturazione, dovuta alle possibilità offerte da Internet, e che tutti sembrino uguali agli altri. Pensano forse che se le loro canzoni siano simili ad altre, anche le loro avranno successo. E lo dico per esperienza. All'inizio ho pensato che la mia voce, più che un dono, fosse una maledizione. Volevo essere come Mariah Carey, Céline Dion, come Madonna, Janet Jackson...Tuttavia col tempo ho capito che avere una voce così riconoscibile era ciò che mi rendeva un'artista interessante.

D: Parlando di passato e presente musicale, presto (il prossimo anno) il tuo album “Anastacia”, che include brani chiave quali “Left Outside Alone”, compirà 20 anni. Hai in programma qualche ristampa?
A: L'unica cosa che so è che pubblicheremo il nuovo album e lo porteremo in tournée nel 2024 e che sarà un anno di duro lavoro. Che ci sia la possibilità che la Sony contatti la mia casa discografica per preparare un'edizione super deluxe con un paio di nuove canzoni mi sembra un po' improbabile con tutto quello che ci aspetta. Forse alla fine dell'anno potrò dirti qualcos'altro, o forse è più interessante aspettare che la mia carriera compia 25 anni e poi pubblicare un "album d'argento". Comunque sia, mi sento fortunata ad avere così tanti progetti in ballo. Ho iniziato la mia carriera nel 1998 e non tutti possono dire di avere una carriera di oltre 20 anni. Quindi dico "amen" alle mie canzoni di successo, alle radio che trasmettono le mie canzoni e ai giornalisti che hanno continuato a parlare della mia musica e continuano a diffondere nel mondo ciò che sono.

D: Non vorrei concludere questa intervista senza chiederti della tua salute. Tutto bene?
A: Beh, la mia è una montagna russa. Ma hey, vocalmente sono in forma e fisicamente sto migliorando. Ogni tanto ho qualche contrattempo, ma per fortuna non ho avuto nulla di così grave da impedirmi di poter continuare a lavorare.

D: Cosa diresti a quelle persone che stanno affrontando i duri colpi della vita?
A: Sebbene ogni persona sia diversa, consiglio sempre a chiunque soffra di una grave malattia di parlarne, di non farne un segreto perché questo alla fine abbassa il morale e favorisce la malattia. Che consulti i medici e non abbia paura delle informazioni. E, soprattutto, che tenga bene in mente le percentuali positive, anche se a volte sono inferiori. Ho sempre avuto fiducia e sono sempre stata estremamente ottimista. Dopotutto, se il tempo in questa vita è breve, devi farlo valere. Sono ancora qui.

-ABC ES

Andrea